La Chiesa locale di Ancona-Osimo continua a camminare insieme, avviandosi verso la fase sapienziale del cammino sinodale che durerà un anno (2023/24). Guardando con gratitudine al percorso compiuto, si è riunita domenica 17 settembre nella Cattedrale di San Ciriaco, per l’assemblea diocesana che è stata l’occasione per riconsegnare quanto ascoltato in questi due anni di Sinodo e per dare uno sguardo alla strada che ci attende. Dopo il biennio della fase narrativa (2021/23), in cui è stato dato ampio spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori, il cammino proseguirà ora con la fase sapienziale (discernimento) dedicata alla lettura spirituale delle narrazioni emerse, per poi culminare in quella profetica (2024/25). In quest’ottica, il tempo del discernimento aiuterà a individuare quali dinamiche ecclesiali devono essere modificate per promuovere la missione, rendendo alcuni meccanismi più snelli e più capaci di annuncio del Vangelo.
Come ha infatti spiegato Lucia Panzini, referente diocesana del cammino sinodale, la fase sapienziale ha il compito di individuare le scelte possibili, preparare delle proposte da condurre alla fase profetica, comprendere come si attua il consenso dei fedeli e come questo sostiene le scelte dei sacerdoti, focalizzandosi non su “che cosa il mondo deve cambiare per avvicinarsi alla Chiesa”, ma su “che cosa la Chiesa deve cambiare per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo”. Più che formulare giudizi su ciò che gli altri devono fare, occorre dunque in questa nuova fase riflettere su come i discepoli di Gesù possano convertirsi per essere più “sinodali”, cioè per “camminare con” il Signore e con tutti i fratelli e le sorelle: appassionati all’amore reciproco (cf. Gv 13,35) e alla testimonianza di Cristo nel mondo (cf. At 1,8). Il discernimento sarà dunque “operativo”, ossia indirizzato alla conversione personale e comunitaria dei discepoli di Gesù, di noi tutti. «Sono stati individuati 5 macro-temi – ha spiegato Lucia Panzini – e la nostra Arcidiocesi sarà chiamata a sceglierne almeno uno. Questi cinque macro-temi raggruppano le istanze raccolte nel biennio dedicato all’ascolto: la missione secondo lo stile di prossimità; il linguaggio e la comunicazione; la formazione alla fede e alla vita; la sinodalità e la corresponsabilità; il cambiamento delle strutture».
Con lo sguardo rivolto al futuro e, quindi, a questo anno dedicato al discernimento, l’assemblea diocesana è stata però anche l’occasione per ringraziare il Signore di quanto vissuto nei primi due anni del cammino sinodale, in cui abbiamo sperimentato la bellezza e la fatica di camminare insieme, condividendo i sogni e le difficoltà delle parrocchie e delle comunità. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo e la lettura del brano del Vangelo di Luca sui discepoli di Emmaus (icona scelta per la fase sapienziale), attraverso alcune testimonianze è stato restituito quanto ascoltato nel biennio della fase narrativa e, in particolare, quanto è emerso dai Cantieri di Betania diocesani. Nadia, membro dell’equipe sinodale diocesana, ha così raccontato che la «sintesi diocesana è nata dalla condivisione e dalla collaborazione. Sono stati ascoltati tanti giovani che lamentano il linguaggio inaccessibile e la pesantezza della liturgia che fanno sembrare la Chiesa poco attraente nei modi e nei contenuti. Dai cantieri è emerso anche il grido delle famiglie che non si sentono accolte. Le famiglie “non regolari” si sentono giudicate e respinte dalla Chiesa e vorrebbero invece maggiore inclusione e accoglienza. Dall’ascolto sono emersi anche il desiderio di missionarietà (Chiesa in uscita) e la consapevolezza che il nostro territorio è sempre più multiculturale e multireligioso ed è quindi necessaria una pastorale diversa».
Bruno, giovane della parrocchia di Camerano, ha invece accontato come si è riavvicinato alla Chiesa dopo un periodo travagliato. «Dopo la separazione dei miei genitori mi sono allontanato dalla Chiesa – ha detto – ma poi ho iniziato a far parte del gruppo giovani della mia parrocchia che mi ha accolto e oggi per me è una seconda famiglia. Con loro ho condiviso tante esperienze, come la Gmg a Lisbona che è stata meravigliosa e, quando sono tornato a casa, ho deciso di completare i sacramenti. Riceverò la cresima il 19 novembre». Anche Mons. Angelo Spina ha parlato della sua esperienza alla Gmg: «I giovani sono meravigliosi e mi hanno fatto capire che più di parole da dare come insegnamento, hanno bisogno di una presenza. Più che fare qualcosa per i giovani, bisogna essere una presenza amica che testimonia il Vangelo».
Don Lorenzo Rossini, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, ha spiegato che, «per aiutare la diocesi a camminare insieme, l’equipe dell’Ufficio ha proposto a tutte le parrocchie una preghiera per l’adorazione eucaristica del giovedì santo, preparata dopo aver coinvolto altri Uffici pastorali». Giorgia ha invece raccontato la sua esperienza come volontaria nel carcere di Montacuto: «Propongo alcune letture e i detenuti scrivono testi. In particolare, con un ergastolano, è nata un’amicizia profonda. Leggendo i Promessi Sposi, è scoppiato in lacrime, gli è nato il desiderio di chiedere perdono ai familiari delle vittime e ha scritto al Papa. Ho visto come Dio ha toccato e cambiato il suo cuore. Dopo aver toccato il fondo e aver pensato persino di suicidarsi, è stato toccato dalla grazia del Signore e ha visto in noi volontari la concretezza dell’amore di Dio. Lui dice che ora è un uomo libero, nonostante viva dentro la cella di una prigione». Al termine dell’assemblea, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che il «cammino è stato fruttuoso, con tanti incontri e persone ascoltate» e, dopo aver ringraziato il Signore per il percorso compiuto, l’equipe sinodale diocesana, i coordinatori, i moderatori, i parroci e le parrocchie, ha invitato i fedeli alla preghiera per il Sinodo dei vescovi che inizierà a ottobre.
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libretto ASSEMBLEA DIOCESANA del CAMMINO SINODALE 17 settembre 2023
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